Tony Arzenta 1973
Dopo aver pagato un duro prezzo per aver tentato di lasciare la mafia, un sicario viaggia in lungo e in largo per vendicarsi dei suoi ex capi.
Dopo aver pagato un duro prezzo per aver tentato di lasciare la mafia, un sicario viaggia in lungo e in largo per vendicarsi dei suoi ex capi.
La città di Torino è tenuta sul filo della tensione e della paura dalle efferate azioni di Giallo, un serial killer che rapisce, tortura e uccide le sue vittime, in particolar modo ragazze poco più che adolescenti che bazzicano nell'ambiente della moda. A braccarlo, ci prova il detective Enzo Avolfi, aiutato da Linda, la sorella dell'ultima giovane scomparsa.
Walter (Valerio Mastandrea) è un apatico disoccupato che vive a Torino, è iscritto all'università ma ha poca voglia di studiare. Dopo aver ricevuto la convocazione per il servizio civile, finisce in un centro di assistenza frequentato da extracomunitari, e nemmeno lì riesce a sentirsi utile e parte integrante della società.
Lo storyline è rappresentato dalla parabola dello sviluppo, dall’inizio del secolo fino al 1970 che ci sembra lo spartiacque simbolico tra un prima e un dopo che non sarebbe più assomigliato al passato. L’area culturale sulla quale ci concentriamo è ovviamente quella italiana, ma sarà necessario allargare talvolta i confini proprio per dare il senso della condivisione mondiale dell’utopia industriale. Il film si sviluppa intorno ai grandi temi che hanno caratterizzato lo sviluppo industriale del XX secolo: dalle grandi opere degli anni ‘10 alla corsa all’elettrificazione per lo sviluppo della grande industria, il fascismo e la produzione bellica della FIAT, la ricostruzione nel dopoguerra e lo sviluppo di nuove industrie negli anni ’50, la città nella fabbrica e i modelli piemontesi FIAT e Olivetti, la ricerca di nuove fonti di energia in Italia e all’estero degli anni ’60 fino al pionierismo nel campo dell’informatica e del nucleare.
Nel quartiere di Mirafiori Sud non esiste ancora uno spazio culturale adibito a cinema o teatro. In questo documentario Pasquale e Giuseppe, membri della comunità da molti anni, parleranno di un luogo in particolare che non esiste più, e che oggi deve essere ricostruito, per lasciare qualcosa di bello alle generazioni future.
Giovedì 27 ottobre 2016 – Teatro Espace, Torino. Mulatu Astatke è musicista, compositore, arrangiatore e ambasciatore culturale dell’Etiopia. È conosciuto come il padrino dell’ethio-jazz, una combinazione di jazz, musica tradizionale etiope, latin, caribbean raggae e afro-funk. Nato nel 1943 a Jimma, Mulatu ha studiato musica non solo in Etiopia, ma anche in UK e USA. Nel 2005 ha contribuito alla colonna sonora del film “Broken Flowers” di Jim Jarmusch, raggiungendo un nuovo pubblico in tutto il mondo.
Da giorni a Torino i cittadini affermano di sentire voci e grida provenire dalle statue della città. Molti soffrono di insonnia e si radunano incoscienti nei pressi delle statue. La polizia brancola nel buio. La criminalità prende piede in città. Finché un uomo mascherato che si fa chiamare Ratavoloira tenterà di prendere le redini della situazione.
Primo film sulla tossicodipendenza in Italia, girato a Torino nel quartiere di Mirafiori Sud nell’inverno 1975/76. Il problema della droga è sempre più grave. La sua diffusione, specie tra i giovani ha assunto le dimensioni di una piaga sociale. Questo documentario vuole essere un contributo alla denuncia e all’analisi del problema, partendo dalla realtà di un quartiere dormitorio di una grande città: il quartiere Mirafiori-Sud di Torino.
4 Maggio 2106: la nuova Auxilium, nonostante una formazione composta da giocatori di talento, un pubblico sempre numerosissimo ed una società entusiasta, si trova ad occupare l’ultimo posto della classifica del campionato di A, ritrovato dopo oltre 20 anni. Nonostante la vittoria in casa, per sapere se e’ stata raggiunta la salvezza, occorre aspettare i risultati delle altre partite. Sette minuti di attesa per conoscere il responso: giocatori, dirigenti e l’intero palazzetto colmo di 4000 tifosi con il fiato sospeso, ansia, attesa, speranze e scongiuri ed infine il boato liberatorio. L’Auxilium si salva grazie alla classifica avulsa decretando il suo nuovo futuro.
Sei giovani di origine straniera, cinque ragazze e un ragazzo, si recano di notte sul lungofiume Dora per raccontare la loro storia di vita al Sultano sperando così di ricevere la grazia. Ogni storia è collegata a un elemento del paesaggio notturno del fiume e rappresenta una fase della vita che accomuna ogni essere umano. Le stelle sono il destino, l’acqua è la trasformazione, il ponte sono gli ostacoli da superare, la luce è l’identità che ci illumina fino all’aurora, ossia alla piena realizzazione di sé. Queste storie ci invitano a riflettere sui pregiudizi a cui sono sottoposte continuamente le nuove generazioni di italiani. Ispirato alla raccolta de Le mille e una notte.