L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo 2015

7.20

Negli anni 40, Dalton Trumbo (Bryan Cranston) è uno tra gli sceneggiatori più pagati al mondo e scrive i testi di pellicole classiche di Hollywood. Presenza fissa nella scena sociale hollywoodiana, schierato con i sindacati e attivo politicamente per il riconoscimento dei diritti civili e della parità di retribuzione, Trumbo, insieme ai suoi colleghi, è chiamato a testimoniare di fronte al Comitato per le Attività Antiamericane nell'ambito dell'ampia indagine sulle attività comuniste negli Stati Uniti. Trumbo si rifiuta di rispondere alle domande della Commissione: per questo motivo riceve una condanna con arresto in una prigione federale che gli causa, tra le altre cose, anche l’ostilità della potente giornalista anti comunista Hedda Hopper (Helen Mirren).

2015

The Majestic

The Majestic 2001

6.70

Siamo nel 1951, Luke ha un incidente in macchina che gli fa perdere la memoria. Si ritrova in una cittadina della costa californiana, Lawson. Viene riconosciuto dalla gente, ritrovato dal padre che quasi muore di felicità. Luke era stato dato disperso nel 1944, in Normandia. Scopre di esser stato un eroe di guerra. Recupera anche la sua bellissima ragazza. Tutti lo amano. L'unica cosa che non recupera è la memoria. Col padre ripristina il Majestic, un vecchio cinema. Guardando un film si accorge di conoscerne le battute, perché le aveva scritte lui. Ecco la memoria che torna. Luke è in realtà David, uno sceneggiatore accusato di comunismo dalla commissione per le attività antiamericane, la famosa caccia alle streghe. Riparte un altro film. L'FBI lo trova, lo costringe a comparire. Ma davanti alla commissione, invece di accettare il compromesso propostogli fa un magnifico discorso sui diritti dell'uomo. Torna a Lawson per la felicità di tutti.

2001

Indiziato di reato

Indiziato di reato 1991

6.48

Regista di successo, interrogato dalla commissione d'inchiesta per le attività antiamericane, rifiuta di denunciare come comunisti alcuni suoi amici. Finisce nella “lista nera”, ma non si piega. Si ricostruisce l'inchiesta (1947-54), che ebbe due fasi principali, dell'Huac (House Un-American Activities Committee) sulle infiltrazioni comuniste nel mondo del cinema. Esordio nella regia, anche come sceneggiatore, di un bravo produttore di cui, però, qui sono apprezzabili le buone intenzioni più che i risultati, il contenuto più che la forma. Nel personaggio di De Niro, in sordina ma sempre efficace, è adombrato il regista Joseph Losey. Attendibile ricostruzione d'epoca, fotografia di Michael Ballhaus. 3° film hollywoodiano sullo scomodo argomento dopo Come eravamo (1973) e Il prestanome (1976).

1991